Da anni l'allenamento con i pesi con i giovanissimi e in particolare la pratica giovanile del sollevamento pesi sono oggetto di discussione e non mancano coloro che sostengono che ambedue dovrebbero essere evitati fino alla completa maturazione. Il problema è stato affrontato dagli statunitensi Pierce, Byrd, Stone in una presa di posizione e una rassegna della letteratura pubblicata nel numero d'autunno 2006 della rivista del Comitato olimpico statunitense Olympic Coach (Kyle C. Pierce, Ronald J. Byrd, Michael H. Stone, Position statement and literature review: Youth weightlifting, Olympic Coach, 18, 2006, 3, 10-12). Negli Stati Uniti, l'allenamento con i pesi con i bambini e soprattutto la pratica giovanile del sollevamento pesi sono stati oggetto di controversie e incomprensioni, iniziate con una presa di posizione dell'America Academy of Pediatrics (AAP) del 1983 secondo la quale il sollevamento pesi presentava una percentuale elevata di infortuni e per questo ne andava evitata la pratica da parte degli adolescenti, e continuate con un ulteriori prese di posizione una, del 1990 - nella quale si ammetteva una allenamento della forza con i giovanissimi purchè condotto da sotto la supervisione di adulti ben preparati, ma si sconsigliava la pratica del sollevamento pesi, del power lifting e del body building - e un'altra del 2001, che riaffermava tale posizione, malgrado alcuni Autori avessero già messo in rilievo l'inesistenza di prove scientifiche sufficienti di traumi potenziali legati ad un allenamento con i pesi in età prepuberale e alla pratica del sollevamento pesi.
Nel 1998, l'American College of Sports Medicine ammetteva la possibilità di un allenamento con i pesi da parte di pre-adolescenti e adolescenti, ma non con pesi massimali, per cui la sua posizione poteva essere interpretata come contraria alla pratica competitiva del sollevamento pesi. Nel 1996, la NSCA (National Strenght and Conditioning Association), con una ampia rassegna della letteratura e una presa di posizione si dichiarava a favore di un allenamento con i pesi con bambini e adolescenti, se realizzato con programmi appropriati e supervisionato da allenatori professionisti. Ma in essa, anche se non vi era un riferimento specifico alla pratica del sollevamento pesi, si sconsigliavano "competizioni interindividuali" e quindi indirettamente la pratica di questo sport. Tale pratica e i movimenti balistici ad essa associati erano oggetto di critica per l'elevato numero di traumi ad essi collegati. Ma, secondo Pierce, Byrd, Stone, vi sarebbero scarse prove oggettive a supporto di tali critiche: rassegne e studi sul tipo e la percentuale di traumi associati al sollevamento pesi indicano che sono inferiori a quelli riscontrabili in altri sport (football americano, pallacanestro, ginnastica artistica, calcio rugby).
Come in altri sport le cause dei traumi vanno ricercate in carenze o difetti nella tecnica, nel sovraccarico eccessivo, nella fatica, in attrezzi inadatti e, soprattutto, nella mancanza di una supervisione qualificata. È ovvio che, quando si parla di bambini gli aspetti controversi del sollevamento pesi e le incomprensioni si moltiplichino, ma secondo Pierce, Byrd, Stone esiste una certa quantità di informazioni che indicano che, sotto appropriata supervisione, questa attività è meno dannosa di altri sport. Inoltre, il tasso di traumi negli esercizi che prevedono il sollevamento di pesi sembra minore che in altre forme di allenamento della forza. Vi sono ricerche che permettono di affermare che vi sono meno rischi di quanto si creda, specialmente se allenamento e gare sono adattate alle varie fasce d'età e adeguatamente supervisionate.
Pierce, Byrd, Stone sottolineano che tale conclusione deve essere vista nell'ottica di un approccio scientifico all'allenamento e alle gare: l'allenamento con i pesi o la pratica del sollevamento pesi possono essere adatti a bambini e adolescenti solo se sono adeguati alle particolarità delle varie età, ma ciò vale per qualsiasi sport dove programmi di allenamento e forme di competizione inadatti possono aumentare il rischio di danni. Se si allenano bambini e adolescenti è essenziale tenere conto dei fattori legati allo sviluppo. Secondo i canadesi Bayli e Hamilton ad un atleta di talento sono necessari da otto a dodici anni per arrivare all'alto livello. Un processo che secondo Pierce, Byrd, Stone è naturale nella pallacanestro o nel football americano, dove negli Usa prima di arrivare al professionismo un atleta li pratica tre anni nella scuola media, quattro nelle scuole superiori e da quattro a cinque anni a livello di College, mentre nel sollevamento pesi (come in molti altri sport) spesso si tende ad accelerare questo processo. Per quanto concerne l'età d'inizio dell'allenamento nel sollevamento pesi, gli ungheresi Ajàn (Presidente della Federazione internazionale di sollevamento pesi) e Baroga sostengono che il suo stadio iniziale dovrebbe trovarsi in una età dagli 11 ai 16 anni. Se si inizia a 11-12 anni l'obiettivo centrale dell'allenamento deve essere la preparazione fisica generale comprendente vari esercizi dinamici e esercizi diretti a sviluppare le abitudini motorie necessarie allo sviluppo sia fisico che sportivo, e un allenamento specializzato non superiore al 40% del tempo globale. Oltre agli esercizi con il bilanciere, nell'allenamento dovrebbero essere integrate attività di atletica leggera, ginnastica, giochi sportivi (pallacanestro, pallavolo) e il nuoto. Gli obiettivi del secondo anno di allenamento (da 12 a 13 anni d'età) sarebbero lo sviluppo fisico generale (50% del tempo di allenamento) e nella preparazione speciale l'accento dovrebbe essere posto sulle "corrette abitudini esecutive" nell'apprendimento delle tecniche degli esercizi di gara. Negli anni successivi si introdurrà gradualmente un allenamento più specializzato, tenendo presente il principio che per ottenere elevati risultati a lungo termine, ogni fase dell'allenamento deve essere costruita su quella precedente e porre le basi per la successiva.
In Bulgaria, paese che ha ottenuto grandi successi nel sollevamento pesi, l'età consigliata per iniziare l'allenamento in questo sport è 10 anni, con un piano di allenamento costruito in modo tale da armonizzarlo con lo sviluppo. L'accento è posto su quello sviluppo fisico generale compatibile con le qualità fisiche che saranno necessarie successivamente, per cui l'allenamento comprende esercizi di irrobustimento generale di tutto il corpo (allenamento con sovraccarichi, ginnastica, acrobatica), esercizi diretti allo sviluppo della resistenza e della capacità cardiovascolare, esercizi di destrezza e di sviluppo della mobilità articolare, evitando un accento sullo sviluppo della resistenza cardiovascolare che comprenda esercizi tipicamente aerobici (corsa prolungata, ciclismo, nuoto su lunghe distanze, ecc.) in quanto limitano l'adattamento all'allenamento alla forza e alla forza rapida.
A conclusione del loro lavoro, Pierce, Byrd, Stone osservano che, come in ogni altro sport, l'allenamento e le competizioni di sollevamento pesi dovrebbero essere realizzate mettendo in atto le opportune misure di sicurezza: in una pratica normale sottoposta alla necessaria supervisione il potenziale di traumi è notevolmente basso, anche se si tratta di un problema che richiede ulteriori ricerche scientifiche, dirette a chiarire le differenze tra dati ricavati dalla pratica e ipotesi che riguardano potenziali traumi. Per cui, non esisterebbero dubbi che una pratica competitiva del sollevamento pesi può essere adatta per ragazzi e adolescenti che siano seguiti da allenatori qualificati che conoscono e comprendono le scienze dello sport, specialmente per quegli aspetti che riguardano i vari stadi dello sviluppo fisico e psicologico e siano capaci di applicarle nella loro attività.
Per ulteriori approfondimenti SDS Scuola dello Sport n°97, Aprile-Giugno 2013